Archivio Massimo Consoli

Arcigay Roma offre la possibilità di visitare l’Archivio Massimo Consoli e l’Archivio Gay Center, dove sono depositati anche i materiali di Arcigay,

ogni mercoledì dalle 16 alle 21 in via Galvani 51F.

Consulta il calendario eventi per verificare l’effettiva apertura dell’Archivio.

Consulta il patrimonio librario dell’Archivio.

Puoi chiedere informazioni sull’Archivio via mail scrivendo a archivio@gaycenter.it.

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L’Archivio Massimo Consoli è il più importante archivio LGBT d’Italia, unico riconosciuto come “bene culturale”. L’archivio raccoglie i materiali dell’attivista omosessuale Massimo Consoli raccolti durante la sua vita.

Storia. L’Archivio Consoli rappresenta uno dei più importanti patrimoni in Italia di materiali e documenti relativi alla storia della comunità LGBT, non solo in termini culturali, sociali e per il valore di testimonianza, ma anche quale fonte di documentazione grazie alla ricchezza di informazioni su tematiche chiave del dibattito dell’ultimo Novecento quali ad esempio lo sviluppo e la diffusione dell’AIDS fuori e dentro la comunità LGBT. Nel 1959 Consoli iniziò a raccogliere documentazione con la finalità sia di comprendere a fondo la sua identità nel lavorare documentazione specchio della sua attività, sia per far emergere una storia per troppo tempo ignorata, nascosta e dimenticata che ha favorito lo sviluppo di sentimenti e atteggiamenti discriminatori verso le persone LGBT.

L’archivio risulta curato da Massimo Consoli nella sua organizzazione sin 1959 e la prima sede ufficiale per la sua conservazione, nel 1968, divenne l’Associazione culturale Roma-1. Negli anni successivi fu avviata da Consoli una stretta ed importante collaborazione con l’Istituto internazionale di storia sociale e con il Centro Italiano per la documentazione delle attività delle Minoranze Sociali che portò ad un’affermazione a livello internazionale ed europeo.

Nel 2001, grazie all’iniziativa del Ministero per i Beni e le attività culturali che lo aveva già dichiarato nel 1997 di “notevole interesse”, l’archivio fu versato all’Archivio Centrale dello Stato

L’Archivio oggi. Sin dal 1959, l’archivio è composto da numerosa letteratura e saggistica che approfondiscono la realtà LGBT da vari punti di vista. La finalità iniziale era infatti quella di non restringere il campo solo alla realtà LGBT ma di ampliare il discorso su tale tematica accogliendo anche altri testi. Il gran numero di documenti contenuti in archivio riguarda la realtà gay sotto i più vasti punti di vista: storico, legale, sociale, politico, religioso, artistico, psicologico, letterario, istituzionale. Nello specifico, in archivio si trovano 100 manoscritti, 2000 monografie, 3000 articoli, 1500 cartoline, 5000 fotografie, 100 materiali audiovisivi, 800 manifesti con riferimento all’AIDS.

In particolare oggi l’archivio risulta collocato in due luoghi di conservazione, la prima parte presso l’Archivio Centrale dello Stato, mentre la seconda parte, presso l’Archivio del Gay Center di Roma, associazione romana che include e federa, tra l’altro, la sezione romana dell’Arcigay.

Già in vita Massimo Consoli aveva venduto, in data 22 ottobre 2001, parte del proprio archivio con annessa biblioteca LGBT al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, attualmente conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato, per garantirne la conservazione e la fruizione, e su cui poi fu dichiarata la “manifestazione culturale di interesse”, divenendo l’unico archivio a tematica LGBT in Italia con tale riconoscimento. Parte del restante archivio venne poi affidato, alla morte di Consoli nel 2007, per volere dello stesso, all’Associazione Fondazione Massimo Consoli, che concordò con l’associazione Arcigay Roma la valorizzazione dello stesso e l’impegno per la conservazione e la fruizione, presso la sede del Gay Center, che ha poi continuato e affiancato l’impegno di Arcigay Roma.

L’archivio oggi è disponibile sia presso l’Archivio Centrale dello Stato, sia presso la sede del Gay Center, con attività di fruizione e valorizzazione.

Nel gennaio 2023 il Congresso di Arcigay Roma decide di riaprire al pubblico in maniera continua l’Archivio, offrendo la possibilità di fruizione e gestione attraverso un proprio delegato presente presso la sede del Gay Center.