La storia della nostra associazione comincia con il Gruppo ORA – Omosessuali Romani in Azione – che viene fondato sul finire degli anni ‘90 da Alberto Cervi e Antonio Trinchieri. Molti sono i passi compiuti da quel giorno, primo fra tutti la sua costituzione e l’ingresso formale in Arcigay.
Il 28 marzo 2001 nasce Arcigay Roma Gruppo Ora.
L’associazione si fondava su tre principi cardine:
- la difesa dello Stato laico;
- la lotta all’omofobia e alla transfobia;
- il riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso.
Sono numerose le iniziative organizzate a cavallo fra il 2000 e il 2001, come la campagna a sostegno delle unioni civili svolta insieme all’allora Arcilesbica Roma, oggi Differenza Lesbica, o il sit-in in via del Corso per raccogliere firme a sostegno dei diritti delle persone LGBT.
Per le persone che militavano nella neonata Arcigay Roma, questi valori si traducevano in azioni concrete, di visibilità e rivendicazione.
Tra le iniziative più importanti ricordiamo la commemorazione di Alfredo Ormando, che si diede alle fiamme davanti al Vaticano il 13 gennaio 1998: “Spero che capiranno il messaggio che voglio dare: è una forma di protesta contro la Chiesa che demonizza l’omosessualità, demonizzando nel contempo la Natura, perché l’omosessualità è sua figlia.
Vilipeso, osteggiato, emarginato […] adesso basta, la società mi ha suicidato, prima che lo facessi io.”
Il gesto di Alfredo Ormando diede vita alla Giornata Internazionale del Dialogo tra Religioni e Omosessualità, che dal 2004 si celebra proprio nella ricorrenza della sua morte.
Nel 2003 l’associazione collabora con numerose realtà, partecipando a tavoli e portando a termine progetti che permetteranno l’ingresso delle tematiche, attraverso materiali informativi ed eventi negli spazi pubblici, come le Biblioteche.
Cominciano le attività nelle scuole al fine di contrastare l’omotransfobia e promuovendo la “cultura del rispetto e delle libertà individuali”.
L’impegno di Arcigay Roma supera i confini nazionali e, insieme ad associazioni di Berlino e Bruxelles, elabora un progetto rivolto a giovani adolescenti omosessuali d’Europa.
Il 14 febbraio 2004 Arcigay Roma si è resa centrale nell’organizzazione della manifestazione nazionale Kiss2PACS, che ha portato in piazza Farnese il record di oltre 1.800 coppie a scambiarsi un bacio in favore del riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso: ad accompagnare l’iniziativa Vladimir Luxuria, La Pina, Fabio Canino e Alessandro Zan calcarono il palco, mentre Viola Valentino fece da madrina.
Arcigay Roma riconosce il valore dell’intersezionalità e dell’inclusività sin da subito: è con questi presupposti che nasce, all’interno dell’associazione, il primo gruppo per persone LGBTQIA+ con disabilità. L’attivismo sul tema porterà a una collaborazione con la casa di produzione Lucky Red, che culminerà con la realizzazione di un documentario sulla sessualità e la disabilità.
Giungiamo così al 2005 quando, durante il Congresso Nazionale di Arcigay, viene inaugurato il primo corso SOS omofobia: viene istituita la Gay Help Line, il numero verde contro l’omo-lesbo-bi-transfobia.
È il primo anno che si celebra la Giornata Internazionale contro l’Omofobia, e durante la conferenza stampa nazionale a Roma, Arcigay Roma presenta il dossier l’Italia Omofoba: una raccolta di oltre cento articoli riguardanti atti di omofobia in Italia pubblicati dalle principale testate giornalistiche nei precedenti 8 mesi.
Nei mesi successivi Arcigay aderisce al Referendum per l’abrogazione della legge n. 40/2004: “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”.
L’art. 5 è il primo esplicito atto legislativo di discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale: a vent’anni di distanza siamo ancora alle prese con una politica che mina la possibilità delle persone LGBTQIA+ di autodeterminarsi, non riconoscendo le nostre famiglie e cancellandole servendosi della legge.
Le rivendicazioni portate al pride di Roma dello stesso anno riguardavano la richiesta di una legge contro la discriminazione per omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia: dopo vent’anni nessun passo avanti è stato fatto, siamo ancora a chiedere una legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale o identità di genere.
Nel 2006 la comunità LGBT+ viene sconvolta dall’omicidio di Paolo Seganti: l’11 luglio perdeva la vita dopo essere stato torturato, in parco nel quartiere Monte Sacro di Roma, perché omosessuale. Oltre alla famiglia, furono più di 5.000 le persone che presero parte alla fiaccolata in memoria organizzata dall’associazione, tra cui l’allora sindaco Veltroni.
A tre mesi dal violento omicidio, sul luogo del ritrovamento viene apposta una targa in ricordo di tutte le vittime d’omotransfobia. Fu un segnale importante di sostegno e impegno per la comunità LGBTQIA+, ma anche per l’Italia e la capitale stessa che deteneva un triste primato: in dieci anni furono 200 gli omicidi accertati per omofobia, di cui 40 solo nella città di Roma.